Gulkis milk factory plant

Dal latte in polvere al latte ricostituito in brick: il viaggio di IPI e Gulkis

Il rapporto tra l’uomo e il latte risale a molto tempo fa: dal Neolitico sino ai giorni nostri, infatti, il consumo di latte è sempre stato un pilastro del nostro regime alimentare e, di pari passo con l’aumentare della sua importanza, anche i metodi e le tecniche di lavorazione a nostra disposizione si sono evoluti in nuovi e più efficienti strumenti.

Quello che segue è un caso di studio incentrato interamente su Gulkis, un’azienda con sede in Angola, sulla costa occidentale dell’Africa meridionale. Fondata nel 2018, Gulkis è un’azienda leader nella produzione di prodotti lattiero-caseari e di altri articoli alimentari di base, tra cui latte condensato e ricostituito, riso, farina di frumento, lievito, zucchero, panna, concentrato di pomodoro, bevande al cocco e vino.

Con oltre 40 anni di esperienza nel settore degli imballaggi asettici, IPI è un fornitore esperto e qualificato di sistemi di riempimento asettico a bobina, che si adattano ad un’ampia gamma di diverse applicazioni. Per questa ragione Gulkis ha scelto IPI per confezionare i propri prodotti.

Latte ricostituito e pastorizzazione VAT: una breve introduzione

Ampiamente distribuito negli anni ’40 per soddisfare la domanda di latte delle forze armate in tempo di guerra, il latte ricostituito si ottiene da un’ampia gamma di ingredienti conservati - di solito latte intero o in polvere, ma anche burro e parte grassa del latte -, che vengono lavorati in modo tale da assomigliare il più possibile al prodotto fresco.

Originariamente ideata per lavorare il latte ed efficientarne le dinamiche di fornitura, quindi, la tecnica della ricombinazione si usa ora per la lavorazione di un gruppo molto più esteso di prodotti alimentari, quali yogurt, formaggio e altri prodotti lattiero-caseari. A questo riguardo, il latte ricostituito può quindi essere facilmente definito come latte preparato mischiando la polvere di latte con la giusta quantità di acqua.

Da manuale, prima di essere confezionato, il prodotto viene sottoposto a un processo di lavorazione noto con il nome di “pastorizzazione VAT”, una tecnica ampiamente utilizzata dagli operatori del settore per trasformare il latte in formaggio, yogurt e altri prodotti afferenti all’industria lattiero-casearia.

Secondo la prassi, un serbatoio di acciaio viene riempito con acqua che, in un secondo momento, viene preriscaldata e portata alla temperatura di 38-43 ˚C; successivamente, si aggiunge una quantità precisamente calcolata di latte in polvere, che viene poi miscelata con costanza all’interno di una vasca tramite appositi agitatori, al fine di garantire uniformità nella distribuzione della temperatura. Successivamente, il prodotto viene filtrato e pastorizzato ad una temperatura che può arrivare a sfiorare anche i 60˚C. Infine, la miscela viene uniformemente raffreddata e portata ad una temperatura di 5˚C, confezionata e quindi conservata.

Il latte ricostituito di Gulkis: un’alternativa affidabile e sicura

Il latte è un bene facilmente deperibile, questo è un dato di fatto. Tuttavia, mentre alcuni paesi possono facilmente sopperire questo problema tramite una solida e autosufficiente catena di produzione interna, supportata da un opportuno sistema di conservazione e refrigerazione, nelle zone ancora in via di sviluppo del mondo, e in particolar modo durante la stagione magra - quando la lattazione è molto inferiore -, si possono verificare importanti carenze di latte, a tratti anche molto problematiche.

È proprio qui che la tecnica della ricostituzione torna utile: essendo in grado di fornire una fonte di proteine del latte nutriente e di qualità, con ottimi valori nutrizionali, il latte ricostituito si rivela di enorme aiuto per molte città e aree geografiche durante la stagione autunnale e invernale, quando la produzione interna si riduce al minimo. Inoltre, l’uso di bevande ottenute da ingredienti conservati e sottoposte a pastorizzazione VAT consente di bypassare le criticità legate alla catena di distribuzione e di refrigerazione, criticità che si registrano in particolar modo in quelle aree geografiche che continuano a sperimentare carenze infrastrutturali dal punto di vista logistico e di conservazione del prodotto.

Tutto ciò è maggiormente vero nel caso in cui il prodotto venga confezionato asetticamente. Non necessitando di un’apposita catena del freddo, infatti, non solo i brick in cartone consentono un importante risparmio sui consumi e sui costi energetici, ma proteggono anche il prodotto dall’azione di batteri nocivi e lo mantengono sterilizzato, preservandone a lungo le proprietà nutrizionali. Tutto ciò rende possibile fornire un prodotto di alta qualità con sicurezza pressoché ovunque.

Nell’ambito dell’industria delle bevande e dei prodotti liquidi IPI, produttrice italiana di sistemi di riempimento asettico completi e di materiali e di imballaggio a bobina, è estremamente competente, e Gulkis l’ha capito.

Ecco perché, nel 2020, il principale produttore angolano di prodotti alimentari di base e attuale licenziatario della multinazione francese Lactalis, ha scelto NSA EVO, la riempitrice asettica a bobina più popolare di IPI, per confezionare il proprio latte ricostituito in brick da 1000 ml formato Standard con tappo Twist. In oltre due anni di relazione commerciale, Gulkis e IPI hanno collaborato per trovare le soluzioni migliori e più adatte alle esigenze del cliente, non mancando mai di assicurare la massima flessibilità e affidabilità possibile in termini di assistenza tecnica, formazione e manutenzione.

Gulkis milk carton brick

Complici gli importanti volumi di vendita, nel 2021 Gulkis ha ulteriormente ampliato la propria gamma di riempitrici asettiche IPI in uso e ha acquistato il brick da 200 ml in formato Caliz, che è ora usato per confezionare panna.

Una nuova ed entusiasmante sfida sostenuta anche da un partner come IPI, con esperienza quarantennale nel confezionamento asettico in cartone di bevande e liquidi alimentari.

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